La Psicoterapia di gruppo è un trattamento di psicoterapia rivolto a più persone che non abbiano tra di loro conoscenza, affetti e nessun vincolo parentale. È condotto da uno o due terapeuti; a volte da un’equipe di terapeuti.
Il gruppo non è la somma delle persone che lo compongono ma un sistema/campo autonomo che può avere buone capacità nutritive e curative.
Le origini della terapia di gruppo risalgono all’inizio del XX secolo, in contesto medico e psichiatrico.
Il primo ad utilizzare il gruppo come supporto alla guarigione della tubercolosi fu Joseph Pratt nel 1905 nel Massachusetts General Hospital di Boston.
Dal 1920 in poi la terapia di gruppo venne utilizzata anche in contesti psichiatrici e psicoterapeutici.
Edward Lazell iniziò a trattare in gruppo pazienti psicotici, Julius Metzl utilizzò il gruppo come strumento terapeutico nella dipendenza dall’alcool e Trigant Burrow applicò la psicoterapia di gruppo a pazienti nevrotici.
Jacob Levi Moreno, nel 1930, apportò una grande innovazione alla pratica della terapia di gruppo, sviluppando oltre al sociogramma, anche lo psicodramma, con il quale venne sperimentato per la prima volta una forma espressiva e attiva della terapia di gruppo.
Esistono vari metodi ed orientamenti teorici nella terapia di gruppo. Possiamo distinguerli in due categorie: gruppi a carattere supportivo e gruppi a carattere espressivo-elaborativo.
I gruppi terapeutici a carattere supportivo sono volti soprattutto a risolvere una situazione problematica e gli obiettivi del gruppo sono informativi ed educativi .
In un clima di accoglienza e di accettazione delle proprie difficoltà, il disagio può essere espresso liberamente e condiviso.
Il clima di comprensione e solidarietà che viene a crearsi conduce i partecipanti alla acquisizione di competenze e strumenti che consentono il superamento della specifica sintomatologia.
Esempi di gruppi supportivi sono: gruppi di alcolisti anonimi, gruppi di arte-terapia, gruppi di gestione dello stress, gruppi di gestione dell’ansia e/o degli attacchi di panico, gruppi per il controllo della rabbia, gruppi per malati terminali, training di assertività, training di problem-solving, ecc.
I gruppi terapeutici, a carattere espressivo interpretativo, lavorano nell’area intrapsichica e interpsichica e sono una forma e un valido strumento per la trasformazione personale volta al benessere ed al miglioramento della qualità della propria vita.
La terapia di gruppo è un modo per esprimere sentimenti e vissuti e comprendere le proprie dinamiche interpersonali, e può completare la visione e la comprensione di se stessi rispetto all’interazione diadica paziente terapeuta della terapia individuale.
La modalità di relazionarsi agli altri di ciascuno dei partecipanti al gruppo, che ha caratterizzato la propria esistenza fino a quel momento, tende a riproporsi nel contesto protetto del trattamento.
La condivisione, la solidarietà e il senso di appartenenza tra i partecipanti, l’ascolto e la presenza del terapeuta/i condurranno il paziente a rivedere e a riconsiderare i propri comportamenti in un modo nuovo, più riflessivo, costruttivo e cooperativo, dando vita ad un processo di trasformazione e di guarigione.
La terapia di gruppo a carattere espressivo interpretativo ha vari approcci e metodi d’intervento. Durata del trattamento, della seduta e periodicità delle sedute variano in relazione all’approccio. Anche se solitamente ci si orienta in incontri a cadenza quindicinali o mensili, della durata di due o più ore.
Nell’approccio psicocorporeo il gruppo è visto come un biosistema e oltre agli aspetti relazionali e intrapsichici vengono osservati le modalità comunicative ed espressive non solo verbali ma anche corporee di ciascun partecipante e di tutto il gruppo.
Conduco gruppi formativi sulla psicologia perinatale e gruppi di psicoterapia corporea.
Nei gruppi di formazione utilizzo una metodologia attiva psicocorporea che integra gli aspetti cognitivi del “conoscere” e quelli corporei affettivo/emozionali del “sentire”.
Nei gruppi di psicoterapia corporea di crescita personale utilizzo la metodologia proveniente dal modello teorico reichiano e post-reichiano per consentire un contatto più profondo con se stessi e con gli altri, per poter percepire il proprio corpo e poter esprimere le proprie emozioni.
Periodicamente conduco intensivi residenziali. Attraverso queste esperienze guidati, in gruppo e in un ambiente protetto, è possibile ricercare memorie antiche, psichiche e corporee, del passato remoto. La comprensione e la conoscenza più profondo di se stessi consente una trasformazione stabile e duratura nel benessere.
Articolo a cura della
Dr.ssa Dott.ssa Francesca Zoppi
Psicologa Psicoterapeuta a Roma e Nettuno
Psicologa Psicoterapeuta
Partita IVA 11231881001
Iscritto all'Ordine degli Psicologi della Regione Lazio col n. 17319 dal 20/10/2009